Le alluvioni recenti in Emilia-Romagna hanno catturato l'attenzione su numerose problematiche di fondamentale importanza. Il Wwf ha rilevato diverse credenze errate comuni che influenzano la nostra comprensione delle cause e delle soluzioni. Di conseguenza, ci proponiamo di dissipare queste informazioni errate, offrendo una descrizione precisa e approfondita della situazione che si è verificata. Inoltre, è importante sottolineare che le recenti inondazioni che hanno colpito l'Emilia-Romagna hanno sollevato una serie di interrogativi cruciali. Il Wwf ha individuato una serie di false convinzioni ampiamente diffuse che hanno un impatto significativo sulla nostra comprensione delle cause e delle possibili soluzioni. A tal riguardo, ci impegniamo fermamente a fornire una chiara e dettagliata esposizione che smonti queste informazioni erronee, consentendo così una visione accurata e approfondita della situazione attuale. È fondamentale evidenziare che le recenti inondazioni nell'Emilia-Romagna hanno suscitato grande interesse e preoccupazione per diverse questioni di vitale importanza. Il Wwf ha identificato una serie di falsi convincimenti diffusi che influenzano notevolmente la nostra comprensione delle cause e delle soluzioni. A tal fine, ci proponiamo con fermezza di smentire queste informazioni erronee, fornendo una descrizione accurata e dettagliata della situazione che si è verificata, in modo da ottenere una visione completa e approfondita.
La questione dell'abbassamento dei fiumi e dell'idrogeologia
La credenza comune che per prevenire i disastri sia necessario dragare i fiumi e scavare nel loro alveo è falsa. I fiumi italiani si stanno progressivamente abbassando a causa del minor apporto di sedimenti dovuto alle numerose dighe e briglie che interrompono la loro continuità, così come per il massiccio prelievo di inerti avvenuto in passato. Il dragaggio dei fiumi, abbassandone la quota altimetrica, può generare fenomeni franosi più a monte, peggiorando il dissesto complessivo e mettendo a rischio la stabilità dei ponti a valle. L'importanza della vegetazione fluviale
Un'altra idea erronea è che, per evitare inondazioni, sia necessario pulire gli alvei dei fiumi tagliando la vegetazione. È corretto rimuovere tronchi e rami morti dall'alveo dei fiumi, soprattutto in corrispondenza di ponti e restringimenti. Tuttavia, la vegetazione che cresce sulle rive è fondamentale per la loro stabilità, per rallentare la velocità dell'acqua durante le piene, garantire la capacità autodepurativa degli ecosistemi fluviali, mantenere l'ombreggiatura e contribuire all'attenuazione dei periodi di siccità rilasciando gradualmente parte dell'acqua immagazzinata negli habitat ripariali. Manutenzione dei fiumi: qualità rispetto alla quantità
Contrariamente alla credenza popolare, non è vero che i fiumi non ricevono manutenzione. In realtà, si svolge molta manutenzione, ma non sempre di buona qualità. Molti dei lavori si sostengono con il valore del materiale estratto o tagliato, il che significa che si interviene prevalentemente dove e quando conviene ai privati, spesso con interventi grandemente sovradimensionati che distruggono la vegetazione riparia e aumentano il rischio. Rettificare il corso dei fiumi non è la soluzione
Un'altra convinzione errata è che per evitare inondazioni sia necessario rettificare il corso dei fiumi. Questo ridurrebbe la loro lunghezza complessiva, aumentandone la pendenza e la velocità di deflusso. Nei periodi di piena, l'energia del fiume è maggiore e quindi anche i danni. Un incidente stradale a 90 km orari è molto più letale di uno a 30 km orari, lo stesso concetto si applica anche ai fiumi. Inoltre, la rettifica dei fiumi distrugge gli habitat naturali e aumenta la velocità di erosione. "Riportare i fiumi nei loro alvei originali" non è possibile
È comune pensare che sia possibile "riportare i fiumi nei loro alvei originali", ma la realtà è molto diversa. L'alveo di un fiume è un ambiente dinamico che cambia nel corso del tempo. Più che cercare di riportare i fiumi a una condizione ideale e stabile, è più importante comprendere e rispettare le loro dinamiche naturali, e lavorare per minimizzare l'impatto umano su questi delicati ecosistemi. Non tutte le aree allagate sono "innaturali"
Alcune persone ritengono che tutte le aree che si allagano siano "innaturali" o il risultato di mancata manutenzione. In realtà, alcune zone sono naturalmente predisposte all'inondazione. Queste aree, note come piane alluvionali, svolgono un ruolo importante nell'assorbimento dell'acqua durante le piene, aiutando a mitigare gli effetti delle inondazioni. È importante che queste aree non siano edificate o alterate. Gli argini non sono sempre la soluzione
Nonostante gli argini siano visti come una soluzione universale, questi non sono sempre la risposta alle inondazioni. Gli argini possono effettivamente aumentare il rischio di inondazioni spostando il problema a valle. Inoltre, possono fallire in caso di piene molto forti, causando inondazioni catastrofiche. Le dighe non prevengono sempre le inondazioni
Alcune persone credono che la costruzione di dighe risolva il problema delle inondazioni. In realtà, le dighe possono essere utili solo fino a un certo punto. Una piena eccezionale può facilmente superare la capacità di una diga, provocando un'inondazione ancora più grave a valle. Cambiamenti climatici e disastri naturali
Infine, è importante riconoscere l'impatto dei cambiamenti climatici. Mentre alcuni ritengono che le inondazioni siano disastri naturali imprevedibili, gli esperti concordano sul fatto che i cambiamenti climatici stanno rendendo questi eventi più frequenti e intensi. L'adattamento ai cambiamenti climatici è essenziale per mitigare il rischio di inondazioni future. La corretta gestione dei nostri corsi d'acqua e delle aree circostanti è di vitale importanza per prevenire e mitigare i disastri naturali. Speriamo che queste spiegazioni aiutino a sfatare alcune delle false credenze più comuni e contribuiscano a una migliore comprensione della complessa realtà dei fiumi e delle alluvioni.